domenica 25 maggio 2014




Il vomere




"Arrivarono ansimando davanti al fienile e trovarono riparo sotto la tettoia. Da quel lato non c'erano porte. Si scorgevano arnesi arrugginiti sparsi qua e là: un vecchio vomere, una sarchiatrice rotta, una ruota di carriola." (pag.630)







Il vomere è una parte dell'aratro, che si occupa di tagliare orizzontalmente la terra.



sabato 24 maggio 2014


La sarchiatrice


"Si scorgevano arnesi arrugginiti qua e là: un vecchio vomere, una sarchiatrice rotta, una ruota di carriola." (pag. 630)




venerdì 23 maggio 2014


La lanterna


"Rimasero seduti con lo sguardo nel buio, sul riquadro di luce che la lanterna proiettava per terra attraverso al porta aperta, con al cento l'ombra ingobbita di Nonno." (pag.147)

"Accanto al materasso, nella luce intensa del lume a petrolio, Mà e la signora Winfield si stavano consultando." (pag.611)

"Le prese la lanterna dalle mani e la posò sul pavimento." (pag.617)



La lanterna è un oggetto costituito da una copertura di vetro, per riparare la fiamma dal vento.
La lanterna o lampada al cherosene, chiamata anche lampada a petrolio, sfrutta come fonte di energia la combustione del cherosene. La copertura presenta un piccolo foro al di sopra per permettere il passaggio dell'ossigeno per la combustione.
In seguito vennero utilizzati anche l'olio e il gas per produrre la fiamma.





Approfondimento: Storia dell'illuminazione.


La diga


"E quando si formarono le pozze, gli uomini uscirono sotto la pioggia con le pale e costruirono piccole dighe intorno alle tende. La pioggia battente finiva per impregnare la tela e trasudare all'interno. Poi le piccole dighe cedettero e i torrenti in piena invasero le tende, e l'acqua inzuppò i materassi e le coltri. La gente prese a stare seduta, con i panni zuppi. Poi piazzarono delle casse nel fango, e sulle casse nel fango, e sulle casse misero delle assi. E notte e giorno stavano seduti sulle assi."(pag. 602)



"Vedendo la diga cedere, Al si era girato ed era scappato. Le sue gambe si muovevano a fatica. Aveva l'acqua alle caviglie quando raggiunse il camion." (pag.616)




Le dighe vengono costruite in genere sull'alveo di un fiume o di un torrente. Gli alvei sono costituiti comunemente da ghiaia o roccia permeabile per profondità anche elevate. Dal momento che questi materiali non risultano essere impermeabili, l'acqua forma un bacino nella superficie della diga; il bacino fa in modo che l'acqua spinga su se stessa per passare poi sotto la diga seguendo il suo corso naturale.



mercoledì 21 maggio 2014


La bilancia



"Ora il sacco è pieno. Portalo alla bilancia. Litiga. L'uomo della pesa dice che ci hai messo le pietre per farlo più pesante. E lui allora? La sua bilancia è truccata. A volte ha ragione lui: nel sacco ci ha messo le pietre. A volte hai ragione tu: la bilancia è truccata. A volte avete ragione tutt'e due: pietra e bilancia truccata. Sempre  discutere, sempre litigare. Ti tiene gli occhi aperti. E glieli tiene aperti a lui. Che ti cambiano un paio di pietre? Magari una sola? Cento grammi? Sempre discutere." (pag. 566)






I fili elettrici



"Tutto il filo elettrico disponibile nel campo era stato requisito. Altro filo elettrico era stato recuperato nella discarica municipale, e ogni singola cassetta degli attrezzi aveva dato il proprio contributo in termini di nastro isolante. E adesso il filo, giuntato e rattoppato, era teso tutt'intorno alla pista da ballo, con dei colli di bottiglia come isolatori. Quella sera le danze avrebbero usufruito per la prima volta dell'illuminazione elettrica." (pag. 460)





martedì 20 maggio 2014



Chicken Reel


"Adesso suonano Chicken Reel e piedi battono il tempo, e un giovane puledro smilzo fa tre passi veloci, le braccia inerti lungo i fianchi." (pag.458)



The streets of Laredo

"Suonate ancora...suonate qualche bella canzone d'un tempo...magari The Streets of Laredo." (pag. 459)



Il cinegiornale



"E poi c'era un pezzo di cinegiornale coi soldati tedeschi che marciavano con le gambe tutte stecchite...da morire dal ridere." (pag.455)



Esempio di cinegiornale del 1936:





Il conservificio



"A quel punto i grossi proprietari e le imprese inventarono un nuovo metodo. U grosso proprietario acquistava un conservificio, e quando le pesche e le pere erano mature, abbassava il prezzo della frutta sotto il costo di coltivazione. Così in quanto proprietario del conservificio, pagava a se stesso un prezzo basso per la frutta e faceva profitti mantenendo alto il prezzo del prodotto in scatola. I piccoli coltivatori che non possedevano conservifici persero le loro fattorie, che vennero assorbite dai grossi proprietari, dalle banche e dalle imprese che possedevano anche i conservifici." (pag. 394)





Il violino



"Il violino è raro, difficile da imparare. Niente tasti, niente maestri. Puoi solo ascoltare qualche vecchio e cercare di imitarlo. Il raddoppio non ti dirà mai come si fa. Dice che è un segreto. Ma io l'ho guardato. Ecco come fa. Frizza come il vento, il violino: è rapido e nervoso e frizza. Questo non è granché come violino e l'ho pagato due soldi. Uno mi ha detto che ci sono violini vecchi di quattrocento anni, e fanno un suono morbido come il whisky. Dice che costano cinquanta o sessantamila dollari. Non so. Mi pare una frottola. Proprio una schifezza di violino eh?" (pag. 457)






L'armonica a bocca


"L'armonica è comoda da portare. La prendi dalla tasca di dietro, la sbatti sul palmo della mano per far cadere la polvere, fili di panno e briciole di tabacco. Eccola pronta. Con un'armonica puoi suonarci di tutto: singole note filate, accordi complessi, melodie dagli accordi ritmati. Si può plasmare la musica tra i palmi delle mani, farla languida e triste come la cornamusa, corposa e grave come l'organo, secca e stridula come i pifferi dei montanari. Finito di suonare la rimetti in tasca. E' sempre con te, ce l'hai sempre in tasca. E mentre suoni impari nuovi trucchi, nuovi modi di plasmare il suono con le mani, di modulare il tono con le labbra e non te l'insegna nessuno." (pag.456)







lunedì 19 maggio 2014


La chitarra


"Da un angolo sperduto del campo arrivava il suono di chitarra: corde pizzicate a caso, senza concatenazione, come per impratichirsi." (pag. 383)

"La chitarra è più preziosa. Quella tocca impararla. I polpastrelli della mano sinistra devono avere i calli. I pollici della mano destra, un callo duro come un corno. Stendi le dita della sinistra, come zampe di ragno per raggiungere i tasti coi polpastrelli callosi. Questa chitarra era di mio padre. Ero alto come un moscerino quando m'insegnò il primo accordo. E quando imparai a suonarla bene, lui smise quasi del tutto. Si sedeva davanti alla porta e mi ascoltava, battendo il tempo col piede. Se non mi veniva un giro, lui mi guardava storto finché non lo trovavo, poi sorrideva e faceva sì con la testa. "Vai", diceva. "Vai che ci sei." E' una bella chitarra. Guarda com'è consumata la cassa. E' che il legno s'è scavato a furia di suonarci milioni di canzoni. Un giorno o l'altro si sfonda come un uovo. Ma non puoi rattopparla e nemmeno rinforzarla perché si rovina il suono." (pag.457)







Il fucile 



"Il figlio undicenne dell'abusivo aveva ucciso l'agente sparandogli con un fucile calibro 22." (pag.329)

"Questa gente che maneggia le armi fin dall'infanzia. Per loro il fucile è un prolungamento del corpo. E se non si mettono paura?" (pag. 329)




CALIBRO: diametro interno di una bocca da fuoco, misurato(in millimetri,centimetri, pollici) sui pieni delle rigature, e anche il diametro del proietto; serve a contraddistinguere le armi da fuoco a canna rigata. (Fonte: Treccani)



L'orticoltura


"Di tanto in tanto qualcuno osava: s'intrufolava nei campi e vi sgombrava un angolino, cercando come un ladro di rubare un po' di ricchezza alla terra. Orti clandestini nascosti tra le erbacce. Una manciata di semi di carota, due rape, qualche buccia di patata: andavano a piantarli nottetempo, dissodando di nascosto la terra rubata. Lasciamo le erbacce tutt'intorno, così nessuno scopre quello che facciamo. Orticoltura clandestina nottetempo, e l'acqua portata in un secchio arrugginito." (pag. 327)

Il termine orticoltura si riferisce alla coltivazione di vari tipi di ortaggi.




domenica 18 maggio 2014


La guerra di Secessione



"Non siamo stranieri. Americani da sette generazioni, e prima d'allora irlandesi, scozzesi, inglesi, tedeschi. Uno dei miei antenati ha fatto la Rivoluzione, e molti la Guerra di Secessione, sia di qua che di là. Americani." (pag. 324)







La Guerra di Secessione americana venne combattuta dal 12 aprile 1861 al 9 aprile 1865 tra gli Stati del Nord, meglio noti come yankees, e gli Stati del Sud, meglio noti come dixies. Una delle cause principali dello scatenarsi della guerra civile, fu di natura economica, viste le grosse differenze sociali ed economiche presenti tra gli Stati del Sud e quelli del Nord; i dixies erano prevalentemente legati ad un economia basata sulla coltivazione, mentre gli yankees basavano la loro sussistenza anche su un'economia di tipo industriale. Inoltre negli Stati del Sud persisteva la schiavitù, mentre il Nord mostrava da questo punto di vista una minore arretratezza ed una maggiore urbanizzazione.
In seguito all'elezione di Abramo Lincoln, dichiaratamente contrario alla schiavitù, i sudisti dichiararono la secessione formando gli Stati Confederati d'America e nominando Jefferson Davis come presidente. Nell'aprile del 1861 ci fu l'attacco a Fort Sumter e da qui inziò la guerra vera e propria che si concluse dopo qualche anno con la vittoria del Nord.







La raspa






Lo scalpello








Il forcone





La falce







Jenny Lind


"No. Quando ero bambina mi piaceva cantare. In paese dicevano che sapevo cantare come Jenny Lind. La gente mi veniva a senitre quando cantavo."



sabato 17 maggio 2014




"L'uomo suonava e la gente si stringeva lentamente intorno a lui finché il cerchio diventava chiuso e fitto, e allora l'uomo intonava Ten-Cent Cotton and Forty-Cent Meat. E il cerchio cantava piano con lui. E poi intonava Why Do You Cut Your Hair, Girls? E il cerchio cantava. Infine intonava I'm Leaving Old Texas, quella lugubre canzone che si cantava prima dell'arrivo degli spagnoli, con la differenza che allora le parole erano indiane.[...] L'uomo intonava McAlester Blues, e poi, per accontentare i più anziani, intonava Jesus Calls Me to His Side." (pag. 278-279)









La bronzina


"Piantala di far credere a tutti che la bronzina l'ho fusa io. " (pag. 234)





La biella


"Allora tocca smontare il carter e tirar fuori la biella, poi c'è da trovarne un'altra, rettificarla e montarla. Minimo un giorno di lavoro" (pag. 234)






La chiave a tubo


Per approfondire clicca qui.

venerdì 16 maggio 2014


Le pinze





Per approfondire clicca qui.


Il cric


"Piazzarono due pietre dietro le ruote, sistemarono il cric sotto l'asse anteriore e sollevarono il muso del camion fino a liberare il copertone bucato. Smontarono il copertone. Trovarono il buco, inzupparono un cencio nel serbatoio della benzina e lo usarono per pulire la camera d'aria intorno al buco. Poi mentre Al tendeva la camera d'aria sopra il ginocchio Tom squarciò con il temperino il tubetto del mastice e spremette sulla camera d'aria le poche gocce rimaste." (pag. 505)




Per approfondire clicca qui.

mercoledì 14 maggio 2014


Fordismo 


"Non importa. Io non voglio roba che c'entra con Henry Ford. Non mi piace. Non m'è mai piaciuto. Ho un fratello che lavorava alla Ford. Dovresti sentirlo." (pag. 217)






Il testo non fa esplicitamente menzione del fenomeno storico-culturale noto come Fordismo, ma è importante evidenziare come questa frase implicitamente rimandi alle innovazioni introdotte, proprio negli anni '30 (periodo in cui il libro è ambientato), da Henry Ford, fondatore della casa automobilistica. Le innovazioni da lui introdotte, come l'assembly-line, furono oggetto di numerose critiche e in primis da chi nelle fabbriche ci lavorava. In parte può essere interpretato come un pensiero dell'autore stesso, che non a caso, inserisce nella narrazione vere e proprie frasi di critica e di denuncia.



Il fonografo automatico


Il fonografo automatico, comunemente noto come giradischi si diffonde a partire dal 1870 e viene ampiamente utilizzato fino agli anni '80 del Novecento, per essere poi rimpiazzato da strumenti più innovativi.


"L'altro uomo infila un nichelino nel fonografo, osserva il disco sfilarsi dal mucchio e il giradischi salire dal basso. La voce di Bing Crosby, la voce d'oro: "Grazie per il ricordo di scottature sulla sabbia...m'hai fatto morire di rabbia...ma almeno non di noia.." (pag. 220)


"Il giradischi si abbassa e il disco torna al suo posto nel mucchio. La luce viola si spegne. Il nichelino, quello che ha messo in marcia l'intero meccanismo, quello che ha convinto Bing Crosby a cantare e un'intera orchestra a suonare, scivola tra i due punti di contatto e cade nella scatola dove finiscono gli incassi." (pag. 221)





                                            



martedì 13 maggio 2014


La pompa di benzina


Le stazioni di servizio o di rifornimento sono delle strutture attrezzate per la distribuzione del carburante o spesso per la pulizia e per piccole riparazioni del veicolo, eretta come costruzione a sé stante lungo le strade extraurbane, e nell'interno di città e paesi. (fonte: Treccani)

"Nei pressi di Paden, c'era uno spiazzo con un capanno e due pompe di benzina; lì accanto, davanti a una staccionata c'era un rubinetto dell'acqua con un tubo di gomma." (pag. 175)



Per approfondire clicca qui.

lunedì 12 maggio 2014


La zappa


"Come attrezzi avevano una pala e una zappa." (pag. 199)




Per approfondire clicca qui.


Oklahoma City



"Da Paden a Meeker, tredici miglia; da Meeker ad Harrah, quattordici miglia; e poi ecco Oklahoma City, la grande città. Tom ci passo dritto in mezzo. Mà si svegliò e osservò le sttrade mentre attraversavano la città. Gli altri, in cima al carico, guardavano sbalorditi i grandi negozi, le case a più piani, gli immensi palazzi per gli uffici. E poi i palazzi si fecero più piccoli e i negozi più piccoli. E cominciarono le aree dismesse, le bettole, le balere di periferia." (pag. 185)







Figura: Oklahoma City negli anni '30.

All'interno della bettola


"Lungo la 66, le bettole: Al & Susy's Place, Carl's Lunch, Joe & Minnie, Will's Eats. Baracche di legno e lamiera. Due pompe di benzina nello spiazzo, una porta a rete, un bancone lungo, sgabelli, sbarra per poggiare i piedi. Accanto alla porta, tre slot machine, con la vetrina che ostenta il patrimonio di nichelini garantito da un tris di stelle. Lì accanto, il fonografo automatico, con i dischi impilati come strati di torta, pronti a scivolare sul giradischi e a suonare musica da ballo, Ti-pi-ti-pi-tin, Thanks for the memory, Bing Crosby, Benny Goodman. A un'estremità del bancone una vetrinetta: pastiglie per la tosse, compresse di caffeina Spleepless e No-doze; caramelle, sigarette, lamette da barba, aspirina, Alka-Seltzer, Bromo-Seltzer. Pareti decorate con manifesti [...] una bottiglia di Coca-Cola e in bocca il sorriso...se mi vuoi, beci Coca-Cola. Bancone lungo, con saliere, pepiere, vasetti per la senape, salviette di carta. Oltre il bancone, spine da birra; accanto, bricchi lustri e fumanti, con scanalature di vetro per mostrare il livello del caffè."

sabato 10 maggio 2014



Route 66


"La Route 66 è la principale strada migratoria. La 66, lungo sentiero d'asfalto che attraversa la nazione, serpeggiando dolcemente su e giù per la carta, dal Mississipi a Bakersfield, attraverso le terre rosse e le terre grigie, inerpicandosi su per le montagne, superando valichi e planando nel deserto terribile e luminoso, e dopo il deserto di nuovo sulle montagne fino alle ricche valli della California. La 66 è il sentiero di un popolo in fuga, di chi scappa dalla polvere e dal rattrappirsi delle campagne, dal tuono dei trattori e dal rattrappirsi delle proprietà, dalla lenta invasione del deserto verso il Nord, dai turbinosi venti che arrivano ululando dal Texas, dalle inondazioni che non portano ricchezza alla terra e la depredano di ogni ricchezza, residua. Da tutto ciò la gente è in fuga, e si riversa sulla 66 dagli affluenti di campagna. La 66 è la strada madre, la strada della fuga. La 64 da Clarksville, Ozark, Van Buren e Fort Smith, fino all'Arkansas. E tutte le strade che portano a Oklahoma City: la 66 che scende da Tulsa e la 270 che sale da McAlester. La 81: da Wichita Falls a sud e da Enid a Nord. Edmond, McLoud, Purcell. La 66 per uscire da Oklahoma City; El Reno e Clinton sulla 66 andando verso ovest. Hydro, Elk City, Texola...e finisce l'Oklahoma. La 66 attraverso il corridoio del Texas: Shamrock e McLean, Conway e Amarillo la gialla, Wildorado e Boise...e finisce il Texas. Tucumcari e Santa Rosa, poi su per le montagne del New Mexico. E ora le catene montuose. Holbrook, Winslow e Flagstaff tra le vette dell'Arizona. Poi il grande altopiano che scorre come un'onda di terra.  Ashfork e Kingma e di nuovo montagne rocciose, dove l'acqua va comprata a caro prezzo. Poi lasciate alle spalle le vette dell'Arizona tormentate dal sole, ecco il Colorado, con gli argini verdi di giunchi...e finisce l'Arizona. La California è proprio al di là del fiume, con una graziosa cittadina per cominciare. Needles, sul fiume. Ma il fiume non è di casa in questa zona. Da Needles si sale e si scavalca una cima riarsa e dall'altra parte c'è il deserto. E la 66 attraversa il deserto terribile, dove la distanza pulsa e il centro dell'orizzonte è tarpato dall'incombere di montagne cupe. Finalmente ecco Barstow, e poi ancora deserto fino al sorgere di altre montagne, stavolta montagne buone, e la 66 vi serpeggia dentro. Poi all'improvviso un valico e sotto c'è la bella vallata, sotto ci sono i vigneti e gli aranceti e le piccole case,e in lontananza una città. E...oh, buon Dio, è finita." (pag.165-166)





La migrazione verso l'Ovest


In seguito alla Grande Depressione, ci fu una vera e propria migrazione verso l'Ovest americano, visto come un luogo dove sarebbe stato possibile trovare lavoro e vivere in maniera più dignitosa. 

"A Sallisaw il vecchio Hudson sovraccarico, scricchiolando e gemendo, imboccò la nazionale in direzione ovest, e il sole era accecante. Sulla strada asfaltata, Al aumentò la velocità perché non c'era più pericolo per le balestre schiacciate. Da Sallisaw a Gore ci sono ventuno miglia, e l'Hudson andava a trentacinque miglia all'ora. Da Gore a Warner, tredici miglia; da Warner a Checotah, quattordici; da Checotah un lungo salto fino a Henrietta: trentaquattro miglia ma con una vera città all'arrivo. Da Henrietta a Castle diciannove miglia, e il sole era a picco, e l'aria palpitava sui campi rossi, arroventati dal sole alto." (pag. 172)

"Lo so che non è colpa loro. Quando ci parlo non c'è mai uno che non ha la sua buona ragione per cambiare aria. Ma così dov'è che va questo paese? è questo che voglio sapere. Dov'è che va? La gente non riesce più a tirare avanti. La terra non rende più niente. Ditemelo voi dove andiamo a finire? Mai nessuno che mi sa rispondere. Gente che ti vuole dare le scarpe per tirare avanti altre cento miglia. Non riesco proprio a capire." (pag. 178)



"Dove andiamo? Per me non andiamo mai da nessuna parte. Siamo sempre in viaggio. Sempre in cammino. Perché a questa cosa non ci pensa nessuno? Oggi tutto si sposta. La gente si sposta. Sappiamo perché e sappiamo come. La gente si sposta perché lo deve fare. Ecco perché la gente si sposta. Si sposta perché vuole qualcosa di meglio. E quello è l'unico modo per trovarselo. Quando gli serve qualcosa, quando gli manca qualcosa, se lo vanno a pigliare." (pag. 179)

"La terra dell'Ovest, inquieta alle prime avvisaglie del cambiamento. Gli stati dell'Ovest, inquieti nell'intuire un cambiamento, incapaci di cogliere la natura del cambiamento". (pag 210)

"Gli Stati dell'Ovest, inquieti alle prime avvisaglie del cambiamento. Texas e Oklahoma, Kansas e Arkansas, New Mexico, Arizona, California." (pag. 211)


giovedì 8 maggio 2014


Il camion



"Un grosso camion rosso era fermo davanti alla piccola bettola sullo stradone. Il tubo di scappamento verticale borbottava sommesso, spandendo dalla punta un velo quasi invisibile di fumo azzurrognolo. Era un camion nuovo, rosso fiammante, con sulle fiancate la scritta a caratteri cubitali: AGENZIA TRASPORTI OKLAHOMA CITY. I doppi pneumatici erano nuovi, e le maniglie sul retro dei due sportelli erano assicurate da un grosso lucchetto di ottone. Dentro la bettola una radio suonava un ballabile, a volume basso come si fa quando nessuno ascolta. Un piccolo ventilatore ruotava silenzioso nel suo vano circolare sopra l'ingresso e qualche mosca ronzava eccitata intorno a porte e finestre, sbattendo contro le reti delle zanzariere[...]". (pag. 8)


"Quando Joad udì il camion allontanarsi, con gli scatti progressivi delle marce e il suolo che tremava percosso dal rullo degli pneumatici, si fermò, si girò, e lo guardò scomparire lungo la strada." (pag. 24)


"Be', dobbiamo caricare tutta quella roba per portala a vendere. Se Al torna dalle sue sgroppate può caricare il camion e portare la roba a vendere, e magari riusciamo a partire domani o dopodomani." (pag. 122)


"Tacquero e il camion continuò la sua avanzata sferragliante. Il motore era rumoroso, pieno di cigolii minuti e diversi , e i tamburi dei freni stridevano. Le ruote scricchiolavano come se fossero di legno, e un sottile getto di vapore usciva da un buco sotto il tappo del radiatore. Il camion lasciava dietro di sé un turbinio di polvere rossa simile a un'alta colonna. [...] I freni stridettero quando il camion si fermò e quel rumore si stampò nella mente di Al: le guarnizioni erano andate. " (pag.139)



mercoledì 7 maggio 2014


Senape e Guayule



"Quell'aratro, quell'erpice, ricordi che durante la guerra piantavamo la senape? Ricordi quel tipo che voleva farci piantare quella specie di gomma che chiamano guayule? Arrichitevi diceva. [...]" (pag. 122)

Tra le prime righe del capitolo 9 si fa menzione di due tipi di coltivazione differenti rispetto a quelli citati nel resto della narrazione, sicuramente poco comuni per delle famiglia che si occupavano prevalentemente della coltura del cotone.

Il Guayule , il cui nome scientifico è Parthenium argentatum, è un tipo di arbusto appartenente alla famiglia delle Asteracee dalla quale si ricava della gomma naturale e coltivabile in paesi dal clima temperato. La produzione industriale e l'utilizzo della gomma naturale sono iniziati nel 1800, ma la scoperta vera e propria di questo arbusto si fa risalire a parecchi anni dopo, dopo la sperimentazioni di gomme naturali ottenute da altre piante. Durante il ventennio fascista, il governo italiano mandò alcuni tecnici negli Stati Uniti presso la International Rubber Company che coltivava piante di guayule in California per la produzione di gomma, e lo fece per vedere se fosse stato possibile piantarle in Sardegna, Basilicata, Puglia o addirittura in Libia. La gomma naturale venne presto rimpiazzate dalla gomma sintetica ottenuta dal petrolio, ma alcune coltivazioni restano attive in varie zone del mondo.




martedì 6 maggio 2014

lunedì 5 maggio 2014


Dodge del 1922




Per approfondire clicc qui.


Ford 1927 (Model A)





Per approfondire clicca qui.







Ford Model T


Per approfondire clicca qui.



L'automobile





"Nelle città, all'ingresso delle città, nei campi, nelle aree dismesse, le rivendite di auto usate, le rivendite di catorci, i garage dalle insegne roboanti: Auto usate, Auto usate d'occasione. Ford 1927 in ottimo stato. Auto certificate, auto garantite. Radio gratis. Auto con 300 litri di benzina gratis. Entrate e guardate. Auto usate. Nessun ricarico. [...] Falli cominciare con quella Cadillac. Poi scendi fino a quella Buick del '26. Se cominci con la Buick quelli ripiegano sulla Ford. Rimboccati le maniche e mettiti a lavoro. Questa pacchia non durerà per sempre. Mostragli quella Nash mentre io faccio gonfiare la gomma a terra di quella Dodge '25 [...]". (pag. 87)

"Auto allineate, vecchie Ford T, alte e spocchiose, volante che cigola, copertoni lisci. Buick; Nash, De Soto.[...]. E' una Dodge del '22. La miglior Dodge che sia mai stata fabbricata. Resistentissima. Bassa compressione. L'alta compressione dà grinta per un po', ma a lungo andare anche la lega migliore non regge. Plymouth, Rockne, Star. Cristo Santo, da dove sbuca quella Apperson, dall'Arca di Noè? E quella Chalmers e quella Chandler?" (pag. 87)

"Cadillac, La Salle, Buick, Plymouth, Packard, Chevrolet, Ford, Pontiac" (pag. 93)



"Era un Hudson Super Six a guida interna, e il tetto era stato tagliato a metà con la cesoia da lamiera." (pag. 100)

"Macchine che passano sfrecciando sulla 66. Targhe. Mass., Tenn., RI, NY, Vt., Ohio. Dirette all'Ovest. Belle macchine, a più di cento all'ora." (pag 216)



Breve cronologia sui principali eventi relativi alla storia dell'automobile:







Figura: Carro di Cugnot.