La chitarra
"Da un angolo sperduto del campo arrivava il suono di chitarra: corde pizzicate a caso, senza concatenazione, come per impratichirsi." (pag. 383)
"La chitarra è più preziosa. Quella tocca impararla. I polpastrelli della mano sinistra devono avere i calli. I pollici della mano destra, un callo duro come un corno. Stendi le dita della sinistra, come zampe di ragno per raggiungere i tasti coi polpastrelli callosi. Questa chitarra era di mio padre. Ero alto come un moscerino quando m'insegnò il primo accordo. E quando imparai a suonarla bene, lui smise quasi del tutto. Si sedeva davanti alla porta e mi ascoltava, battendo il tempo col piede. Se non mi veniva un giro, lui mi guardava storto finché non lo trovavo, poi sorrideva e faceva sì con la testa. "Vai", diceva. "Vai che ci sei." E' una bella chitarra. Guarda com'è consumata la cassa. E' che il legno s'è scavato a furia di suonarci milioni di canzoni. Un giorno o l'altro si sfonda come un uovo. Ma non puoi rattopparla e nemmeno rinforzarla perché si rovina il suono." (pag.457)
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